A volte le cose nascono per caso, o meglio con altri intenti e queste deviazioni di percorso danno vita poi ad iniziative uniche ed originali. Nel caso della Tower Jazz Composers Orchestra è andato più o meno proprio così. Infatti, a contribuire alla nascita di questa ensemble che si allontana dalla classica big band jazzistica, sono state sicuramente la sperimentazione e la creatività unite alla condivisione e ad un pizzico di passione.
La Tower Jazz Composers Orchestra o TJCO, come la chiamano i fan, ha infatti una genesi molto particolare che all’anima squisitamente jazz aggiunge una contaminazione che deriva dagli stili dei membri che ne hanno fatto parte dalla nascita della band ad oggi.
La Tower Jazz Composers Orchestra ha visto la luce a Ferrara nel 2016, presso il Il Torrione Jazz Club, luogo preferito di hanging per gli artisti della città estense, come percorso finale di due progetti di stampo didattico (The Unreal Book e The Tower Jazz Workshop Orchestra). Questo laboratorio sperimentale di composizione/arrangiamento/orchestrazione e pratiche di improvvisazione in ambito orchestrale ha dato vita alla TJCO che, ben presto, si è fatta conoscere dagli appassionati del genere, e non solo, esibendosi sui palchi italiani ed europei.
Dopo circa due anni, l’ensemble diretta da Alfonso Santimone, è stata tra le dieci migliori band dell’anno al Top Jazz 2018 di Musica Jazz ed è salita sul palco con il famoso David Murray al Bologna Jazz Festival. Oggi, la Tower Jazz Composers Orchestra è attesa all’Ancona Jazz Festival (25/02) e al Teatro Ristori di Verona (30/04, per la Giornata internazionale del jazz Unesco) e ci sono altre date in via di definizione.
Agli impegni live in giro per l’Italia e l’Europa, la jazz band ferrarese unisce il lavoro tra le mura dei bastioni della città alle prese con le prove prima dei concerti e le nuove partiture. Anche se, come in tutte le orchestre che si rispettano, vi è un direttore, la Tower Jazz Composers Orchestra è più una community di musicisti, amici ed appassionati che condividono la passione per la musica, dando vita ad un complesso alquanto originale.
Nello scorso Novembre, il lavoro di sperimentazione e di condivisione fatto in questi anni è stato condensato in un album, che si intitola come la band, Tower Jazz Composers Orchestra, appunto, prodotto dalla neonata etichetta Over Studio Records. Per questa produzione sono stati scelti quattordici brani dai circa sessanta arrangiamenti originali: si tratta di pezzi che mescolano il jazz nella sua forma più originale senza perdere di vista ritmi dallo stampo più puramente classico che si aggiungono a una buona dose di estrosità e che, insieme, rappresentano quello che la TJCO è sia sotto il profilo compositivo che sotto quello performativo.
Tra i titoli dell’album spicca Transistions, dove i ritmi sembrano ispirarsi ai film d’azione degli anni ’60, L’Intruso, pezzo che coinvolge l’ascoltatore alla ricerca di dissonanze sapientemente ricercate, Il Maestro, la voce e la grancassa, un brano che la band ha voluto dedicare ad uno dei suoi mentori, Marco Jannotta, amico e artista ferrarese, ma particolare è anche Lucid Dream che si distingue perché tratta il tema dei sogni lucidi e della psicomagia.
L’album Tower Jazz Composers Orchestra è disponibile per l’acquisto online, su Amazon, o su Spotify.
Insomma, ne è passata di acqua sotto ai ponti dalla serie di incontri diretti da Alfonso Santimone e Piero Bittolo Bon nel 2016, che hanno costituito il primo passo nella formazione di questa jazz band. Adesso, oltre a continuare per questa strada, la Tower Jazz Composers Orchestra spera anche di poter far fronte alle spese per la partecipazione ai vari festival oltre i contributi dati dalla legge 2/18 della Regione Emilia-Romagna.